Ragadi: piccole ma molto dolorose!

Le ragadi sono minuscoli taglietti che si collocano nei pressi degli orifizi, quindi vicino la bocca o l’ano. Le ragadi anali sono proprio quelle che si trovano vicino quest’ultima zona ed è un problema molto più frequente di quel che si pensa. Il motivo per cui tali fessurine vanno ad aprirsi è che, spesso, una difficile defecazione porta a stressare la parte interessata. L’espulsione di feci dure e di grandi dimensioni può portare a questa problematica, che può essere aggravata se si soffre di stitichezza. L’ano è una zona ricca di terminazioni nervose e vasi sanguigni ed è per questo motivo che un evento traumatico come quello causato dalla stipsi possa condurre alla comparsa delle ragadi anali.

Sintomi e cause delle ragadi anali

Quali sono i fattori che espongono all’insorgenza delle ragadi nella zona anale?

• Diarrea: la perdita di liquidi tramite una veloce peristalsi rende il ph delle feci particolarmente alcalino che va a danneggiare la mucosa anale. Quando la dissenteria è frequente, spesso a causa dell’uso smodato di lassativi, succede che tornare ad una normale defecazione con feci solide è un’ulteriore aggressione alla mucosa anale;

• Stitichezza: anche il fenomeno opposto alla dissenteria può essere causa di ragadi anali. Questo perché lo sforzo nello spingere le feci contribuisce ad aprire le fessure e il sanguinamento;

• Scarsa igiene personale;

• Pratiche sessuali che prevedono l’introduzione di oggetti o parti del corpo all’interno dell’orifizio anale.

Lo sfintere anale interno, a differenza di quello esterno, tende a restringersi automaticamente in presenza di ragadi e non c’è modo di controllarlo perché è una reazione inconsulta dell’organismo. Questa situazione compromette il normale afflusso di sangue e conseguente guarigione della zona interessata.

Il sintomo principale della comparsa di ragadi anali è quello di un forte dolore durante la defecazione. Si tratta di un evento talmente traumatico per il soggetto che, spesso, si ha paura di ripetere l’atto. Questo va a favorire una situazione di stipsi che potrebbe essere già presente, aggravandola ulteriormente.

Il dolore, conosciuto come sindrome dolorosa in tre tempi della ragade, avviene durante e dopo la deiezione. Mentre si spingono le fece verso l’esterno, lo spasmo è di una certa intensità che, passato il momento, tende a diminuire per poi tornare nelle conseguenti 3 o 4 ore.

Le dimensioni delle screpolature anali variano in base al soggetto ed alcune sono talmente piccole da non essere visibili ad occhio nudo. Spesso ci si accorge della loro presenza grazie alle macchie di sangue sulla carta igienica (da non confondere con quello più copioso delle emorroidi). Ad ogni modo, se la situazione non migliora, è sempre bene rivolgersi ad uno specialista che saprà come trattare il disturbo.

Quali rimedi alle screpolature anali?

La prima regola per non incappare in certi problemi è quella di regolarizzare le funzioni intestinali. Come fare? Assumendo il giusto apporto di fibre quotidiano e bevendo molta acqua. In questo modo le feci saranno morbide e facili da espellere. Quando, invece, le ragadi sono già presenti e c’è bisogno di cure adeguate, è possibile ricorrere all’uso di pomate anestetizzanti della zona da trattare e fare bagni tiepidi che alleviano il dolore, almeno momentaneamente.